LA NUOVA GAMMA 1:  LA VIA FERRATA SI È RIFATTA IL TRUCCO  CON IL GRUPPO GAMMA DI LECCO

LA NUOVA GAMMA 1: LA VIA FERRATA SI È RIFATTA IL TRUCCO CON IL GRUPPO GAMMA DI LECCO

 

La ferrata Gamma 1, insieme alle altre due storiche ferrate lecchesi, Gamma 2 e la ferrata al Corno di Medale, sono state riqualificate dallo storico gruppo alpinistico Gamma di Lecco ed inaugurate a marzo 2022. Insieme ad un gruppo di giornalisti della montagna siamo andati a percorrere la via Gamma 1 che porta al Pizzo d’Erna: un’esperienza impreziosita dal magnifico panorama sulla città di Lecco e sul suo lago. 

 

Lecco e l’alpinismo, l’alpinismo e Lecco. Un binomio inscindibile che ha saputo interpretare la roccia non solo nella autenticità della scalata, ma estendendo la fruizione del mondo verticale anche a qualcosa che in passato ha fatto storcere il naso ai puristi della montagna: le vie ferrate.

E qui sopra il lago, ce ne sono alcune che hanno fatto “letteratura”.

È il caso della via ferrata Gamma 1 che ha un legame emblematico testimoniato dalla celebre fotografia scattata proprio su questa via che porta al Pizzo d’Erna e che ritrae in azione Walter Bonatti e Carlo Mauri, due nomi che non hanno bisogno di presentazioni.

La ferrata Gamma 1 si sviluppa lungo l’imponente bastionata rocciosa del Pizzo d’Erna offrendo, durante la salita, una splendida veduta su Lecco e sul suo lago. La ferrata si contraddistingue per l’elevata esposizione e per il suo notevole sviluppo in altezza (circa 700 metri), e si fa amare per un numero elevato di scale che risalgono ampi tratti della prima e dell’ultima parte del tracciato. Diciamolo, le difficoltà tecniche sono modeste salvo qualche breve passaggio leggermente complesso, ma per gli amanti del genere rappresenta una prova fisicamente importante ma soprattutto appagante sotto il profilo del piacere di scalare.
Ed è ciò che hanno provato sette giornalisti della montagna che abbiamo invitato a ripercorrere la storica via ferrata accompagnati dal Gruppo Alpinistico Gamma, ovvero coloro che si sono occupati della manutenzione e riqualificazione della via.

 

Siamo a metà giugno, e dopo qualche settimana piovosa finalmente a Lecco splende il sole: un sole che lungo la parete del pizzo d’Erna si farà sentire forte sulla pelle.

Chi arriva in treno e chi in auto, il ritrovo è per tutti presso Sport Hub di Lecco dove ognuno viene vestito con i capi tecnici di Rock Experience adatti per affrontare la via ferrata. Una volta distribuiti anche imbrachi, caschi e set da ferrata, siamo finalmente pronti per recarci verso l'ampio piazzale da cui parte la funivia per i Piani d'Erna, punto di avvio del nostro avvicinamento verso la ferrata.

 

Imbocchiamo un sentiero accanto alla partenza dell’impianto che va in direzione del Rifugio Stoppani fino a un bivio segnalato da un cartello: qui prendiamo un ripido sentiero che sale sulla sinistra e in circa 20 minuti dal parcheggio siamo già alla base della via ferrata Gamma 1. Un ultimo sguardo alla parete e si parte!

Dopo una breve parte verticale con buoni appigli e un piccolo traverso inizia la prima lunga scala metallica che ci permette di guadagnare facilmente quota, e che termina su una cengia attrezzata dove possiamo spostarci sulla destra per iniziare un’altra lunga serie di scale con forte esposizione.

Da qui, voltandosi e guardando indietro, oltre ai numerosi metri di dislivello che ci dividono ormai dal suolo, si può vedere quasi nella sua interezza la città di Lecco e un ramo del lago di Como.

 

Terminati i pioli d’acciaio delle numerose scale si arriva alla fine della prima sezione di ferrata dove, sulla destra, si trova una via di fuga che conduce al rifugio Stoppani. Il nostro gruppo, compatto e ancora carico di energie, decide di proseguire sulla sinistra dove un breve sentiero nel bosco ci collega alla seconda sezione di ferrata.

Da qui si ricomincia a salire per una serie di comode rocce, piegando prima a destra e poi a sinistra fino ad arrivare ad un breve ed esposto passaggio molto più tecnico rispetto a tutto il resto della via. Una volta attraversato ci conduce ad un cavo che funge da ponte sospeso a tre corde, evitabile con una traccia alternativa ma che tutti percorriamo con divertimento, come in un parco sospeso.

Superato questo punto ancora qualche scala e qualche comodo passaggio tra le rocce ci conduce ad un secondo ponte sospeso: una solida e robusta passerella d’acciaio, che dopo qualche altro semplice passaggio ci porta fino ai piedi dell’ultimo torrione roccioso.

Il caldo comincia a farsi sentire, sia per il sole che batte sulla schiena che per gli intensi sforzi compiuti fino a questo punto: l’acqua caricata negli zaini ad inizio mattina diventa la nostra principale alleata.

Si raggiunge la sommità del torrione grazie ad un’altra serie di scale che conduce alla cresta sommitale dove si trova anche l’imponente croce del Pizzo d’Erna: siamo arrivati, da qui si può osservare per intero tutta la città di Lecco e il lago di sua competenza.

Strette di mano e complimenti fra tutti i componenti del gruppo: non è certo stata una impresa impossibile, ma la montagna ha questa straordinaria capacità di condividere gioie e dolori e farli sentire comuni a tutto il gruppo.

Ancora qualche foto al panorama e ci dirigiamo al vicino rifugio dove siamo calorosamente accolti da una birra fresca e ottimi taglieri. Ora è tempo di racconti, chiacchiere e storie di montagna, che non smettono nemmeno sulla funivia che ci porta al parcheggio.

Prima di salire in macchina, un ultimo e silenzioso sguardo alle nostre spalle, a cercare i passaggi di quella via conquistata e apprezzata, mentre i progetti corrono già a settembre, quando sarà il tempo per la Gamma 2.

  

 


Lascia un commento